Lo zen e l'estasi del giardinaggio by Miki Sakamoto

Lo zen e l'estasi del giardinaggio by Miki Sakamoto

autore:Miki Sakamoto [Sakamoto, Miki]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2022-10-19T12:00:00+00:00


Cavolo

I crauti fanno bene. Ne sono convinta. Consumati con moderazione mi piacciono anche. La quantità fa la differenza, me ne rendo conto. Ma qual è quella giusta? Se al mercato ne chiedo centocinquanta grammi, me ne danno come minimo un quarto di chilo, in realtà seppur conteggiati in modo tale che tendono piuttosto ai trecento grammi. Allora la venditrice, di per sé molto gentile, mi guarda come se fossi ancora una bambina piccola, o quanto meno non abbastanza grande per una porzione normale di quel rimedio salutare. Che il mio stomaco dopo l’ingestione della mezza porzione si faccia sentire, pare sia necessario. Altrimenti non funziona. Dell’insalata di cavolo bianco me ne basta ancora meno, per il benessere e per l’apporto di vitamine.

Non volevo sostituire i crauti, quando decisi di piantare dei cavoli cappuccio in giardino. Sulla preparazione dei crauti avevo sentito dire che servono dei barili, una cantina abbastanza fresca e degli stivali di gomma per schiacciare il cavolo tagliato sottile e farlo marinare. La nostra cantina però non sarebbe stata adatta. D’altra parte non potevo neppure immaginarmi con un intero barile di crauti, visto che per me già mezzo chilo – che qui chiamano libbra – era troppo in una volta sola. Con quei bei cespi di cavolo rotondi invece potevo prendere confidenza. Ne ero certa. Inoltre la mia verduraia insisteva che il cavolo è facile da coltivare, proprio come i pomodori. Anzi, ancora di più, perché non bisognava neanche preoccuparsi dei fiori, dell’impollinazione e dei sostegni per i frutti quando questi maturano. Il cavolo diventa da solo un cespo di cavolo, disse. Infatti non bisogna arrotolare le foglie, basta lasciare fare alla pianta. E se in piena estate il tempo dovesse diventare caldo e secco, allora è sufficiente annaffiare un po’. Senza esagerare. Il cavolo è davvero una verdura facile. Per questo cresce localmente come prodotto dei campi. Quando vengono raccolti, i cespi di cavolo hanno un aspetto impressionante. Carri interi, in cui ogni cespo è più grande di un pallone da calcio. E molto più pesante. Le piantine non costano quasi niente. Avrei dovuto accorgermene prima.

Ne comprai una decina di colore verde pallido e blu violaceo. Avrebbero dovuto dare cavoli bianchi e rossi, che in certe zone chiamano blu, come appresi. A dire il vero le mie piantine di colore violaceo sembravano un po’ deboli, ma condensate in un cespo sodo mi avrebbero regalato un bel cavolo rosso. E le altre, da cui dovevano crescere cavoli bianchi, sarebbero diventate più verdi. Era abbastanza strano. Come e perché da foglie diritte, assolutamente normali, si crei una palla compatta, non riuscivo proprio a immaginarlo. Ancora meno ci riuscii quando le piantine cominciarono a crescere: le foglie si allargavano, non andavano verso il centro. Diventarono molto ampie. Ma l’estate era ancora giovane e le giornate erano lunghe. Lessi che quando si fossero accorciate, le foglie si sarebbero piegate verso l’interno, formando la palla. Così doveva essere, perché ogni anno avevo comprato delle “teste di cavolo” al mercato o in campagna, di grandezza consona alle mie necessità.



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